Ho iniziato a leggere questo libro con poca convinzione: la copertina non ha un artwork accattivante, il titolo inserisce in modo “furbo” il libro nel filone urban fantasy romantico che ormai, forse, ha stufato un po’ tutti (per poi rivelarsi l’inizio di un proverbio non proprio rassicurante). Eppure mi sono fidata dell’istinto e ho cominciato a leggere, attratta, più che altro, dall’ambientazione milanese che si distacca dall’abitudine di tanti autori italiani di ambientare la propria opera in terre straniere anglofone.
L’ambientazione, in questo romanzo, è la vera protagonista. Una Milano con un colto e ben studiato inserimento degli elementi mitologici funzionali alla trama. Di angeli e demoni, forse, ne abbiamo visti anche troppi, ma Tarenzi conosce l’argomento a menadito e li utilizza con maestria, senza diventare patetico o noioso. Ho apprezzato tantissimo l’occhiolino alla Milano multiculturale con il djinn “kebabbaro” e l’utilizzo del topos del mercato ‘sovrannaturale’ che già abbiamo visto in molte opere del fantastico straniero e che strizza tanto l’occhio a Gaiman. L’ambientazione è talmente piacevole e ben costruita da rendere appassionante una trama che non è particolarmente originale e resta schiacciata dal contorno. L’intreccio si divide in due parti principali: l’intrigo angelico e la storia d’amore. Il primo è tutto sommato appassionante, con colpi di scena ben costruiti, anche se alla fine nel complesso risulta un po’ prevedibile. La seconda non è particolarmente interessante né utile alla trama, ma è comunque sviluppata in modo non troppo banale e ha un retrogusto di utilitarismo che ho trovato amaro abbastanza da rendere sopportabili le (poche) sdolcinatezze.
Lo stile di scrittura è curato: la proprietà di linguaggio ineccepibile, i dialoghi credibili, le informazioni fornite con parsimonia in modo che il lettore possa assimilarle senza quasi accorgersene, le descrizioni brevi ma suggestive. Il tutto risulta scorrevole, il lettore può concentrarsi sugli eventi e sui personaggi senza annoiarsi o tornare indietro a rileggere un passaggio non chiaro. All’inizio di ogni capitolo ci sono delle citazioni, cosa che apprezzo molto perché aiuta a introdurre il tema portante della scena. Ora faccio la pignola dicendo che una di queste ha il riferimento sbagliato… è comunque un espediente narrativo che apprezzo molto.
Per quel che riguarda i personaggi, devo dire che i comprimari sono ben più interessanti dei protagonisti (e degli antagonisti). Eleonora, detta Lena, la nostra eroina, che all’inizio ho apprezzato per il suo essere una ragazza normale, piuttosto fantasiosa e combattiva, alla fine mi è sembrata, proprio per questo, poco credibile: studentessa squattrinata ma fiera del suo cavarsela da sola, amante della mitologia dei telefilm, legge addirittura libri di occulto (comodo) e si prende cura (fa praticamente da ‘grillo parlante’) di una donna più vecchia di lei con problemi ad allevare la figlia adolescente, propinando saggi consigli. Inoltre è bella senza farlo pesare e combatte a calci contro entità angeliche per difendere la sua amica, con incoscienza che diventa sempre meno credibile… e ovviamente fa innamorare di sé un demone. Troppo per una protagonista senza poteri particolari che ha la pretesa di essere la studentessa universitaria media. Il protagonista maschile, Arioch, al contrario è piuttosto insipido e “ordinario”. All’inizio demone evocato in guscio di carne, crudele macchina da guerra, misticamente legato al compito per cui è stato evocato, pian piano si umanizza ma diventa un umano senza un gran carattere. L’antagonista, servo di una potenza angelica e toccato dal suo potere tanto da sviluppare manie di grandezza, è altrettanto insipido e le sue motivazioni non sono molto originali. Cesare, ex ragazzo di Eleonora e galoppino dell’antagonista, è praticamente una macchietta. Non così Azazel, famoso demone utilizzato da Tarenzi come il Trickster della situazione, costruito con successo per essere un personaggio vincente senza cadere troppo nello stereotipo. Caethel, l’angelo combattuto tra obbedienza e coscienza pur non brillando di originalità è credibile e ha una dolcezza di fondo che risulta veramente piacevole. Dumah, angelo silenzioso, già l’abbiamo visto in Sandman e la sua comparsata mi ha fatto sorridere, un bel servizio al lettore da parte di Tarenzi. Settala, riparatore di corpi umani, e Khaled, il Djinn, sono a mio avviso i personaggi più interessanti e originali del romanzo, non dirò nulla di loro perchè le parti in cui compaiono sono decisamente le migliori.
Insomma, questo romanzo a mio avviso è un buon urban fantasy, forte di un’ambientazione nostrana costruita ad arte e di alcuni personaggi decisamente vincenti. E’ appassionante e lo consiglierei sicuramente agli amanti del genere che vogliono passare qualche ora in buona compagnia di angeli, demoni e altre creature sovrannaturali.
Titolo: Quando il diavolo ti accarezza
Autore: Luca Tarenzi
Editore: Salani (Mondi fantastici Salani)
Codice ISBN: 9788862563857