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Barbieri, drago, fantastico, italiano, Simone, treno, viaggi nel tempo
“Una volta che li ebbe raggiunti, il vecchio si bloccò, senza fiato, piegato in due dalla stanchezza. Appena si riprese parlò, lasciando tutti increduli: «Piacere, signori! Il mio nome è Carlino…» disse l’anziano, e continuò «Forse conoscete mio nonno: il Mago Merlino!»”
(pag. 11)
Il mio legame con questo divertente libretto di 77 pagine è dato indubbiamente dal cognome del suo autore.
La curiosità di leggere quello che scrive un mio omonimo mi ha spinta ad acquistarlo e devo ammettere che, nel marasma degli autori esordienti italiani, Simone Barbieri è stata una piacevole sorpresa.
La storia mi ha ricordato moltissimo certe avventure che scrisse a suo tempo Mark Twain in “Uno yankee alla corte di Re Artù” e, del resto, l’espediente dell’uomo moderno catapultato in un’epoca passata, è stato più volte utilizzato da innumerevoli autori.
In questo caso il tema viene affrontato con un forte accento ironico, con pochissime pause e con un ritmo incalzante e quasi surreale.
Ma, in un contesto in cui i personaggi stessi sono caricaturizzati, qualunque cosa accada ha perfettamente senso.
E così abbiamo un antenato maldestro del Mago Merlino, un Duca capriccioso e insopportabile, un drago incattivito da troppa solitudine e un drappello di avventurieri per caso, tra cui tre compagni di scuola, una tenera (anche in senso fisico) vecchietta, un macchinista, un controllore e altri personaggi altrettanto variopinti.
Nonostante la rapidità dell’intero intreccio, l’autore dimostra di sapere descrivere moto bene gli eventi e questo lo si nota soprattutto nel capitolo in cui Dragospino attacca i protagonisti. Tutti gli stereotipi di un drago in collera vengono evidenziati con brevi, ma efficaci, pennellate, riservando alla fine la sorpresa di scoprire le vere ragioni del malumore della bestia.
L’idea di attraversare il tempo e lo spazio grazie ad un treno che deraglia ritrovandosi in un passato remotissimo mi è piaciuta molto e spero che il prossimo romanzo di Simone Barbieri prosegua con le vicende dei protagonisti di “Destinazione Medioevo”, magari con un “Destinazione Rinascimento” oppure “Destinazione Preistoria”.
L’unica cosa che, secondo me, in questo romanzo manca è un approfondimento maggiore dei caratteri dei personaggi, che si intuisce, ma sarebbe stato più bello leggerne di più.
Per il resto ho trovato il libro una lettura piacevole, ironica e ben scritta.
Consiglio vivamente soprattutto a chi viaggia in treno.
Titolo: Destinazione medioevo
Autore: Simone Barbieri
Editore: Edizioni Cinquemarzo
Anno: 2013