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Archivi della categoria: Recensioni urban fantasy

Argetlam, la Spada di Luce – Alessia Mainardi

06 domenica Lug 2014

Posted by pavonediurno in Recensioni fantastico, Recensioni urban fantasy

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Tag

Alessia Mainardi, Argetlam, elfi, Fairy, fate, magia, Parma, Spada di Luce, Tuatha De Danann

Argetlam

“«E sia, dunque. Bres sarà re fino a quando mio figlio non raggiungerà l’età adulta e reclamerà la Cliam Solais come capo della nostra gente. Questo è il volere di Nuada Argetlam, re supremo dei Tuatha De Danann.»”
(pag. 11)

Ovviamente le cose non sono andate come il valoroso sovrano Nuada aveva prospettato nella breve frase riportata qui sopra.
I nemici di sempre, i Fomori, trovano il modo non solo di sconvolgere i suoi piani, ma di uccidere quasi tutti i membri della sua genia, i Tuatha De Danann, antico popolo alieno giunto sulla Terra lungo uno dei Sentieri Celesti e stabilitosi in Irlanda.
A Nuada stesso, poi, viene riservato un destino ancora più crudele: costretto sotto forma di statua ad una lunga criostasi in cui – sebbene immobile e impotente – può sentire ogni singolo lamento del suo popolo caduto in disgrazia.
Privato del suo braccio, non è più degno – secondo le regole dei Tuatha De Danann – di governare, perché un buon sovrano deve essere fisicamente integro. Per questo il medico della sua stirpe gli forgia un braccio d’argento (da qui l’appellativo di Argetlam), ma questo non è sufficiente per fargli riguadagnare i suoi diritti e soprattutto gli impedisce di impugnare per sempre la Spada di Luce – Cliam Solais – potente artefatto che i Tuatha De Danann avevano portato con sé dal loro pianeta di origine, insieme ad altri tre “Gioielli”.
In questo quadro piuttosto tragico, in cui si consuma il genocidio di un’intera razza aliena, ad opera di altri alieni feroci e barbari, si inseriscono le storie di Ginevra, antica ed ignara discendente delle Fairy e tutta la schiera dei suoi fedeli amici.
Non ho intenzione di svelare altro sul ruolo di prim’ordine che Ginevra è destinata ad avere nella trama, tuttavia devo fare un paio di note molto positive all’autrice per avere studiato bene ogni dettaglio della razza Fairy e averla messa abilmente in correlazione con i Tuatha De Danann.
Il dettaglio delle “spose-ombra”, la perpetuazione e, in generale, il complicato collegamento che sussiste tra l’Ospite e il Simbionte, sono curati molto bene, a volte persino con eccesso di zelo.
Il romanzo, il primo dei quattro di una saga, è scritto molto bene, scorrevole e la trama fa venire voglia di proseguire nella lettura senza sosta.
Un altro dettaglio che ho apprezzato è la città in cui gli eventi sono ambientati: Parma. Finalmente una città italiana e nemmeno la più grande e celebre. Questa scelta va indubbiamente a vantaggio dell’intera trama, arricchita spesso da riferimenti storico-geografici mai scontati.
Devo ammettere, però, che a volte l’autrice si sofferma troppo sulla spiegazione dettagliata dei sentimenti dei suoi personaggi, quasi li volesse giustificare agli occhi del lettore.
Ritengo che questo non sia sempre necessario, anzi, un po’ di reticenza a volte lascia spazio al lettore per riflettere per conto suo sulle scelte dei protagonisti.
E’ raro trovare oggi romanzi urban fantasy di scrittori italiani emergenti scritti bene e interessanti, per questo sono felice di poter dire che “Argetlam” rappresenta un’ottima prova per Alessia Mainardi e spero di avere presto occasione di leggere il seguito.

Titolo: Argetlam, la Spada di Luce
Autore: Alessia Mainardi
Editore: Nine Art Edizioni
Anno: 2014

Lithium – Marika Cavaletto e Chiara Bianca d’Oria

20 venerdì Giu 2014

Posted by cieloamaranto in Recensioni a richiesta, Recensioni urban fantasy, Senza categoria

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cacciatori, licantropi, muro, urban fantasy, vampiri

LithiumCi ho messo molto a leggere ‘Lithium’ e a scrivere questa recensione.
Questo per un motivo molto semplice: sinceramente, mi ha molto delusa. Posso essere lapidaria: non mi è piaciuto. Solitamente riesco a trovare lati positivi anche nei romanzi che non mi hanno entusiasmata ma sinceramente questo ne ha ben pochi.
Essendo stata contattata dalle autrici, che gentilmente mi hanno fornito la versione ebook, rispetto il regolamento e recensisco, con obiettività e sincerità che spero verranno apprezzate.
Lithium ha una bella copertina con una grafica accattivante e un titolo che incuriosisce. Promette bene: una storia di amicizia, di amore e di vampiri. Poteva essere una bomba.
Purtroppo, pur contenendo degli spunti che l’avrebbero reso un urban fantasy gradevole, i difetti superano di gran lunga i pregi.
Uno di questi difetti è la decisamente poca originalità. E’ difficile scrivere qualcosa di originale nell’ambito dell’urban fantasy, soprattutto nel mercato attuale. Il trucco, a mio parere, è utilizzare in modo originale spunti e archetipi classici, cosa che qui è mancata. Sin dall’introduzione è forte la sensazione di ‘già visto’ senza però quasi mai l’aggiunta del ‘quid’ della personalizzazione. Per fare un esempio senza anticipare nulla a chi volesse comunque leggere il romanzo: il muro che separa i sovrannaturali dagli umani nella cittadina inglese di St. Jillian ricorda troppo quello di ‘Stardust’ di Neil Gaiman. Questa sensazione non abbandona il lettore per tutta la durata del romanzo: anche i dettagli d’ambientazione che avrebbero potuto essere dei piccoli gioielli, come il Litio da cui prende il nome (lo chiamerei Effetto Pungolo: cambia colore nelle vicinanze di vampiri o licantropi), si tingono di già visto.
In ogni modo, le autrici hanno fatto uno sforzo per creare un’ambientazione tutto sommato coerente e che potrebbe anche, a un occhio meno abituato a cogliere le citazioni, risultare molto piacevole. Peccato che questa, come la trama incentrata sul sovrannaturale, venga relegata sullo sfondo di vari siparietti tra i personaggi, che siano scene abbastanza irrilevanti a livello narrativo tra le due amiche protagoniste o battibecchi vari tra innamorati o presunti tali, cosa che alla lunga diventa irritante. Amicizia e amore, altri due temi portanti che avrebbero potuto donare epicità alla narrazione, sono trattati con una certa superficialità e i personaggi interagiscono tra loro in un modo abbastanza stereotipato, che nei momenti migliori ricorda uno shojo manga degli anni ’90.
Altro difetto del romanzo, infatti, è la poca maturità caratteriale dei personaggi. Anche quelli che dovrebbero avere un certo quantitativo di anni sulle spalle tendono a farsi dei film mentali più consoni a una ragazzina quattordicenne in crisi ormonale, cosa che persino le protagoniste dovrebbero aver superato. Protagoniste, tra l’altro, che pur avendo nomi anglofoni dovrebbero essere italiane, dettaglio stonato e anche un po’ inutile: la storia avrebbe potuto essere ben più interessante con un’ambientazione costruita in Italia (abbiamo anche noi le nostre belle leggende) e avrebbe funzionato lo stesso con due protagoniste inglesi.
Lo stile delle autrici (che pure hanno una buona proprietà di linguaggio, complessivamente), senza contare gli ovvi problemi dovuti alla mancanza di editing di un romanzo autopubblicato, è più adatto ad una fanfiction che ad un romanzo. Tutti i protagonisti si esprimono più o meno allo stesso modo, senza riguardo a eventuali differenze di età e l’utilizzo della prima persona accentua questo difetto: il lettore si chiede perchè tutti i personaggi pensino come la quattordicenne in crisi ormonale di cui sopra. Un altro difetto stilistico è la disomogeneità, con anche un marcato utilizzo di salti temporali che, mescolato al continuo cambio di punto di vista della voce narrante, genera nel lettore confusione. Infine, i dialoghi spesso sfociano nei siparietti sopracitati, non portando nulla alla narrazione, anzi spezzandola inutilmente e innervosendo il lettore.
Il libro è il primo di una serie, spero veramente che le autrici riescano a tirare fuori il potenziale dall’ambientazione da loro creata rendendo la narrazione più avvincente e ordinata.
Per il momento, mi spiace dirlo, nella sezione “racconti originali” di alcuni siti di fanfiction, si trovano storie più curate.

Titolo: Lithium
Autore: Marika Cavaletto e Chiara Bianca d’Oria
Editore: autopubblicato
Codice ISBN: 8868551594

Le Guardiane – Isa Thid

11 mercoledì Giu 2014

Posted by cieloamaranto in Recensioni a richiesta, Recensioni fantasy, Recensioni urban fantasy, Senza categoria

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elfi, fantasy, guardiane, isa, lupi, magia, streghe, thid, wicca

20140611-101010.jpg

Le Guardiane di Isa Thid è un romanzo in cui sovrannaturale è talmente ben integrato con il naturale da far sfumare le differenze tra i due e si inserisce garbatamente nel filone urban fantasy del genere stregonesco.
Ed è appunto una magia naturale, concreta e in qualche modo realistica quella praticata dalla protagonista del romanzo, giovane strega Wicca la cui vita viene stravolta nel momento in cui si trasferisce in un nuovo appartamento. Il topos ‘scontato’ della casa infestata viene sfruttato in modo abbastanza inaspettato: lo spirito che abita l’appartamento di Amanda non è un fantasma o un poltergeist, bensì un elfo. Amanda si ritrova così suo malgrado coinvolta, insieme alla sua ragazza Ersilia, in una guerra tra due casate elfiche che le porterà lontane da casa, alla scoperta delle loro vere potenzialità.
La trama è semplice e lineare ma ben costruita, la narrazione è avvincente, il lettore rimane facilmente coinvolto dallo svolgersi degli eventi. Un piccolo pregio ulteriore è l’aver inserito una storia romantica già avviata mantenendola sullo sfondo degli eventi, senza appesantire la lettura. L’unico difetto di trama che sono riuscita a trovare è verso la fine: Amanda blocca un gruppo di nemici con i suoi poteri derivanti dall’acqua, ma non è molto credibile che in un intero drappello di elfi, ognuno con la sua affinità elementale, nessuno avesse lo stesso tipo di potere per almeno tentare di contrastarla. Per il resto, tutto scorre fluido e ogni turnover è ben giustificato, ogni azione ha una causa logica e un effetto coerente.
I personaggi sono credibili, con i loro pregi e i loro difetti. La protagonista, Amanda, riesce a mantenere lontano l”effetto antipatia’ che spesso possono suscitare le protagoniste femminili troppo caricate. Miro l’elfo, che poteva risultare un protagonista di difficile costruzione, è adorabile, molto umano pur essendo oltre l’umano. I comprimari sono tutti ben costruiti.
Lo stile è semplice ma mai troppo colloquiale, l’autrice ha un’ottima proprietà di linguaggio, non sfigura di fronte a più famosi autori stranieri. Ha inoltre la rara capacità di trattare temi che ancora sono considerati “delicati”, come l’amore omosessuale, con semplicità e senza cadere nel retorico.
I dettagli d’ambientazione, come le corti degli elfi, la lingua dei mutaforma e la magia delle streghe sono curati nel minimo dettaglio. L’unico momento in cui la narrazione risulta appesantita è quando vengono descritti, sin nei minimi dettagli, i procedimenti degli incantesimi, cosa che dà realsimo alla vicenda ma spezza la narrazione e alla lunga risulta un po’ noiosa. Un dettaglio particolarmente apprezzabile è l’aver ambientato gli eventi in Europa, tra l’Italia e i Carpazi, senza cercare per forza i nomi e i luoghi anglofoni che tanto vanno di moda. Sarebbe stato perfetto se anche gli elfi fossero stati ripresi dal folklore locale invece che da quello celtico, ma l’autrice si ispira alla cultura Wicca quindi la cosa non deve stupire più di tanto.
Due parole sulla “confezione” dell’ebook, che è molto curato, pochi refusi scappati alla revisione; peccato per la copertina, che è poco incisiva e non rappresenta il contenuto del romanzo (o meglio il romanzo spiega la copertina, mentre sarebbe meglio il contrario).
Per conlcudere, consiglio vivamente la lettura di “Le Guardiane” agli amanti dell’urban fantasy, a mio avviso è un romanzo che forse avrebbe meritato di essere più considerato.

Titolo: Le Guardiane
Autore: Isa Thid
Editore: Damster, 2013
Codice ISBN: : 9788868100339

God Breaker – Luca Tarenzi

21 venerdì Feb 2014

Posted by Sith in Recensioni a richiesta, Recensioni fantastico, Recensioni urban fantasy

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divinità, fantastico, horror, urban fantasy

godbreaker-tarenzi-salani-280x419Dopo una lunga pausa dalle recensioni, torno alla grande con questa bella opera di Luca Tarenzi. Ovviamente sto parlando di God Breaker, l’utima fatica di questo prolifico autore. Prima di addentrarmi nello specifico della storia, vorrei dedicare qualche parola al fenomeno urban fantasy. Negli ultimi anni, sono state moltissime le uscite di questo particolare genere letterario, tante che ormai sembra spesso di leggere fotocopie di libri già visti. Non è questo il caso di Tarenzi, che riesce ad addentrarsi nei meandri di un genere ormai troppo sfruttato per dargli una scrollata con idee originali e suggestive. Purtroppo capita sovente che nel nostro Paese si sfrutti all’inverosimile il genere “del momento”, senza però riuscire ad aggiungere nulla a quanto detto dagli autori stranieri. Tarenzi è un felice caso in cui, pur scrivendo un libro di un genere attualmente imperante, riesce a cavalcare l’onda da professionista imprimendo il suo marchio e riuscendo a non risultare mai banale o scontato. Questi sono grandi pregi per uno scrittore, è facile dare al pubblico “quello che si aspetta”, più difficile invece è riuscire come in questo caso a portare una ventata di novità. Ormai mi ero abituato a trovare solo urban fantasy piuttosto scadenti e poco originali. Bene, God Breaker è riuscito a farmi interessare nuovamente al genere.
Passiamo ora alla storia. Le vicende narrate in God Breaker sono misteriose e intriganti sin dall’inizio. Gli dei camminano tra noi, ma l’eroe Liàthan scopre che, nonostante immortale, le conseguenze delle sue azioni possono tornare a perseguitarlo. Il semidio Edwin, figlio del dio Liàthan, esige vendetta dal padre impugnando la spada di un angelo. Tutto ruota attorno ad un patto tra i due, Edwin propone di farsi colpire da Liàthan con la spada in modo da decapitarlo promettendo di fare la stessa cosa al padre dopo un anno. Edwin possiede un trucco, e benché decapitato, rimane in vita. Poi scompare alla vista del padre. Inizia l’ossessione di Liàthan. Sapendo di avere solo un anno di tempo prima di venire ucciso, con i suoi due fedeli compagni cerca di trovare un modo per aggirare il suo fato apparentemente ineluttabile.
I personaggi sono molto ben caratterizzati, anche i comprimari riescono a spiccare con le loro particolarità e il loro carattere. Ho trovato molto interessante la presenza di un personaggio che rappresenta la parte umana delle faccende divine: quello di Molly, prostituta di Amsterdam innamorata di Edwin. Un personaggio dotato di umanità e empatia, timorosa del sovrannaturale che si trova ad affrontare, ma coraggiosa davanti al pericolo nonostante la sua natura di debole mortale.
Belle le citazioni tratte dalla mitologia e da opere famose come quelle di H.P. Lovecraft. Ho trovato l’utilizzo di alcuni elementi molto azzeccato nonostante provenissero da fonti estranee alla narrativa fantasy. Come ci ha ormai abituati, Tarenzi padroneggia perfettamente la mitologia e la utilizza con maestria trovando nuovi modi per inserirla in un mondo moderno. Ho anche apprezzato il collegamento della storia di God Breaker con quella di Quando il Diavolo ti accarezza, che inquadra la vicenda nello stesso mondo della precedente opera.
God Breaker è un libro che mi ha catturato sin dalle prime pagine, interessante fino alla fine. Ho divorato questo romanzo in soli due giorni, con il desiderio di rileggerlo appena concluso. Lo stile di Tarenzi si evolve di libro in libro, sempre più bello dal punto di vista estetico. Consiglio vivamente la lettura a tutti coloro che hanno già avuto modo di apprezzare altre opere di Tarenzi, ma anche a chi non ha mai letto urban fantasy o è semplicemente stanco delle solite storie trite e ritrite.

Titolo: God Breaker
Autore: Luca Tarenzi
Editore: Salani
Anno: 2013

La danza delle marionette – Luca Buggio

28 domenica Ott 2012

Posted by Sith in Recensioni horror, Recensioni urban fantasy

≈ 1 Commento

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horror, sangue, sovrannaturale, urban fantasy, vampiri

Questa è una storia di vampiri. Lo so, sento già i vostri commenti: “un altro romanzetto di succhiasangue strafighi per ragazzine in subbuglio ormonale”. Non potreste sbagliarvi maggiormente. Luca Buggio ritorna ai vecchi fasti della figura del vampiro, quando ancora non era stato trasformato in un’icona slavata e banale.
L’ambientazione non si può dire propriamente originale, dal  momento che appaiono evidenti i debiti verso Anne Rice e il gioco di ruolo Vampiri la Masquerade, ma questo non si presenta necessariamente come un difetto. Anzi, il fatto che l’attenzione non sia particolarmente focalizzata sull’ambiente circostante e sulle specifiche della politica dei vampiri, permette al lettore di immergersi nella coinvolgente vicenda. Oltretutto nutro dei seri dubbi che oggi si possa partorire una ambientazione urbana per una storia di vampiri che risulti totalmente originale.
La storia narrata da Buggio è molto affascinante. Il protagonista, Angus, un vampriro che non si è mai fatto coinvolgere dalla politica dei suoi simili, viene improvvisamente catapultato in una situazione dove è costretto a decidere da che parte schierarsi. L’ordine costituito oppure la fazione dei ribelli rivoluzionati sono due forze che in realtà servono una faida tra due vampiri uniti dal legame di sangue tra creatore e progenie. Così Angus deve non solo impegnarsi per cercare di sopravvivere ad una guerra che non ha mai voluto, ma anche cercare di salvare i suoi protetti umani, che rischiano di essere coinvolti e distrutti dalla situazione causata da un tenebroso mondo di vampiri del quale sono completamente ignari.
I personaggi non si riducono a stereotipi, riescono ad uscire facilmente dalle pagine del romanzo. Angus risulta essere una figura complessa e interessante. La sua umanità non lo riduce ad un individuo che è solo in grado di commiserarsi o di odiare la propria natura maledetta. Angus prova ancora sentimenti molto intensi ed è in grado di amare veramente i suoi protetti umani, che per lui non sono solo pedine da muovere su una scacchiera, ma veri e propri amici. Il suo buon cuore lo rende sicuramente sensibile ed umano, ma per proteggere la sicurezza dei suoi non esita a sporcarsi le mani, persino giungendo ad uccidere chi vorrebbe minacciarli.
La prospettiva umana viene presentata dagli occhi di Kerri, giovane direttrice del centro per disagiati di ogni età finanziato da Angus. Salvata da una vita di miseria e soprusi da Angus, Kerri prova sentimenti contrastanti verso di lui. Da un lato è grata al suo salvatore e prova per lui un affetto sincero, dall’altro ci sono troppi segreti attorno ad Angus che le fanno rimpiangere la vita tranquilla e normale che potrebbe avere lontano da quel misterioso mecenate. Kerri non conosce da subito la vera natura di Angus, anche se sospetta che ci sia qualcosa di strano in lui. Kerri è un personaggio molto interessante, fragile e forte al contempo, che non demorde nemmeno quando la serenità del centro viene minacciata dai nemici politici di Angus. Un carattere molto più deciso e forte della ragazza media che ritroviamo nelle storie di vampiri che imperversano ovunque ultimamente.
I personaggi secondari sono ben caratterizzati e realistici. Meritano una menzione Axel, vampiro dal comportamento contradditorio che non rivela fino alla fine dove risieda la sua fedeltà, e Rachel, ragazzina ribelle che nasconde con il suo comportamento burbero un gran bisogno di affetto.
Ho trovato particolarmente originale l’inserimento nella storia della tematica del volontariato e delle case di accoglienza. Un mondo universalmente poco conosciuto e pieno di storie di umanità, sofferenza e speranza.
Il mio giudizio su questo libro è particolarmente favorevole, sia perché giunge in questo periodo pieno di figure di vampiri ai limiti del romanzo rosa, sia perché narra una storia solida e convincente, che tiene incollati alla lettura ansiosi di sapere come si evolverà la vicenda. Ottima prova per Buggio, che trascina il lettore nel suo mondo oscuro con una proprietà di linguaggio e delle tecniche narrative invidiabili.

Titolo: La danza delle marionette
Autore: Luca Buggio
Editore: La Riflessione, Davide Zedda editore, 2009
Codice ISBN: 9788862111751

Quando il diavolo ti accarezza – Luca Tarenzi

23 domenica Set 2012

Posted by cieloamaranto in Recensioni urban fantasy

≈ 1 Commento

Ho iniziato a leggere questo libro con poca convinzione: la copertina non ha un artwork accattivante, il titolo inserisce in modo “furbo” il libro nel filone urban fantasy romantico che ormai, forse, ha stufato un po’ tutti (per poi rivelarsi l’inizio di un proverbio non proprio rassicurante). Eppure mi sono fidata dell’istinto e ho cominciato a leggere, attratta, più che altro, dall’ambientazione milanese che si distacca dall’abitudine di tanti autori italiani di ambientare la propria opera in terre straniere anglofone.
L’ambientazione, in questo romanzo, è la vera protagonista. Una Milano con un colto e ben studiato inserimento degli elementi mitologici funzionali alla trama. Di angeli e demoni, forse, ne abbiamo visti anche troppi, ma Tarenzi conosce l’argomento a menadito e li utilizza con maestria, senza diventare patetico o noioso. Ho apprezzato tantissimo l’occhiolino alla Milano multiculturale con il djinn “kebabbaro” e l’utilizzo del topos del mercato ‘sovrannaturale’ che già abbiamo visto in molte opere del fantastico straniero e che strizza tanto l’occhio a Gaiman. L’ambientazione è talmente piacevole e ben costruita da rendere appassionante una trama che non è particolarmente originale e resta schiacciata dal contorno. L’intreccio si divide in due parti principali: l’intrigo angelico e la storia d’amore. Il primo è tutto sommato appassionante, con colpi di scena ben costruiti, anche se alla fine nel complesso risulta un po’ prevedibile. La seconda non è particolarmente interessante né utile alla trama, ma è comunque sviluppata in modo non troppo banale e ha un retrogusto di utilitarismo che ho trovato amaro abbastanza da rendere sopportabili le (poche) sdolcinatezze.
Lo stile di scrittura è curato: la proprietà di linguaggio ineccepibile, i dialoghi credibili, le informazioni fornite con parsimonia in modo che il lettore possa assimilarle senza quasi accorgersene, le descrizioni brevi ma suggestive. Il tutto risulta scorrevole, il lettore può concentrarsi sugli eventi e sui personaggi senza annoiarsi o tornare indietro a rileggere un passaggio non chiaro. All’inizio di ogni capitolo ci sono delle citazioni, cosa che apprezzo molto perché aiuta a introdurre il tema portante della scena. Ora faccio la pignola dicendo che una di queste ha il riferimento sbagliato… è comunque un espediente narrativo che apprezzo molto.
Per quel che riguarda i personaggi, devo dire che i comprimari sono ben più interessanti dei protagonisti (e degli antagonisti). Eleonora, detta Lena, la nostra eroina, che all’inizio ho apprezzato per il suo essere una ragazza normale, piuttosto fantasiosa e combattiva, alla fine mi è sembrata, proprio per questo, poco credibile: studentessa squattrinata ma fiera del suo cavarsela da sola, amante della mitologia dei telefilm, legge addirittura libri di occulto (comodo) e si prende cura (fa praticamente da ‘grillo parlante’) di una donna più vecchia di lei con problemi ad allevare la figlia adolescente, propinando saggi consigli. Inoltre è bella senza farlo pesare e combatte a calci contro entità angeliche per difendere la sua amica, con incoscienza che diventa sempre meno credibile… e ovviamente fa innamorare di sé un demone. Troppo per una protagonista senza poteri particolari che ha la pretesa di essere la studentessa universitaria media. Il protagonista maschile, Arioch, al contrario è piuttosto insipido e “ordinario”. All’inizio demone evocato in guscio di carne, crudele macchina da guerra, misticamente legato al compito per cui è stato evocato, pian piano si umanizza ma diventa un umano senza un gran carattere. L’antagonista, servo di una potenza angelica e toccato dal suo potere tanto da sviluppare manie di grandezza, è altrettanto insipido e le sue motivazioni non sono molto originali. Cesare, ex ragazzo di Eleonora e galoppino dell’antagonista, è praticamente una macchietta. Non così Azazel, famoso demone utilizzato da Tarenzi come il Trickster della situazione, costruito con successo per essere un personaggio vincente senza cadere troppo nello stereotipo. Caethel, l’angelo combattuto tra obbedienza e coscienza pur non brillando di originalità è credibile e ha una dolcezza di fondo che risulta veramente piacevole. Dumah, angelo silenzioso, già l’abbiamo visto in Sandman e la sua comparsata mi ha fatto sorridere, un bel servizio al lettore da parte di Tarenzi. Settala, riparatore di corpi umani, e Khaled, il Djinn, sono a mio avviso i personaggi più interessanti e originali del romanzo, non dirò nulla di loro perchè le parti in cui compaiono sono decisamente le migliori.
Insomma, questo romanzo a mio avviso è un buon urban fantasy, forte di un’ambientazione nostrana costruita ad arte e di alcuni personaggi decisamente vincenti. E’ appassionante e lo consiglierei sicuramente agli amanti del genere che vogliono passare qualche ora in buona compagnia di angeli, demoni e altre creature sovrannaturali.

Titolo: Quando il diavolo ti accarezza
Autore: Luca Tarenzi
Editore: Salani (Mondi fantastici Salani)
Codice ISBN: 9788862563857

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