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Archivi tag: fate

Argetlam, la Spada di Luce – Alessia Mainardi

06 domenica Lug 2014

Posted by pavonediurno in Recensioni fantastico, Recensioni urban fantasy

≈ 2 commenti

Tag

Alessia Mainardi, Argetlam, elfi, Fairy, fate, magia, Parma, Spada di Luce, Tuatha De Danann

Argetlam

“«E sia, dunque. Bres sarà re fino a quando mio figlio non raggiungerà l’età adulta e reclamerà la Cliam Solais come capo della nostra gente. Questo è il volere di Nuada Argetlam, re supremo dei Tuatha De Danann.»”
(pag. 11)

Ovviamente le cose non sono andate come il valoroso sovrano Nuada aveva prospettato nella breve frase riportata qui sopra.
I nemici di sempre, i Fomori, trovano il modo non solo di sconvolgere i suoi piani, ma di uccidere quasi tutti i membri della sua genia, i Tuatha De Danann, antico popolo alieno giunto sulla Terra lungo uno dei Sentieri Celesti e stabilitosi in Irlanda.
A Nuada stesso, poi, viene riservato un destino ancora più crudele: costretto sotto forma di statua ad una lunga criostasi in cui – sebbene immobile e impotente – può sentire ogni singolo lamento del suo popolo caduto in disgrazia.
Privato del suo braccio, non è più degno – secondo le regole dei Tuatha De Danann – di governare, perché un buon sovrano deve essere fisicamente integro. Per questo il medico della sua stirpe gli forgia un braccio d’argento (da qui l’appellativo di Argetlam), ma questo non è sufficiente per fargli riguadagnare i suoi diritti e soprattutto gli impedisce di impugnare per sempre la Spada di Luce – Cliam Solais – potente artefatto che i Tuatha De Danann avevano portato con sé dal loro pianeta di origine, insieme ad altri tre “Gioielli”.
In questo quadro piuttosto tragico, in cui si consuma il genocidio di un’intera razza aliena, ad opera di altri alieni feroci e barbari, si inseriscono le storie di Ginevra, antica ed ignara discendente delle Fairy e tutta la schiera dei suoi fedeli amici.
Non ho intenzione di svelare altro sul ruolo di prim’ordine che Ginevra è destinata ad avere nella trama, tuttavia devo fare un paio di note molto positive all’autrice per avere studiato bene ogni dettaglio della razza Fairy e averla messa abilmente in correlazione con i Tuatha De Danann.
Il dettaglio delle “spose-ombra”, la perpetuazione e, in generale, il complicato collegamento che sussiste tra l’Ospite e il Simbionte, sono curati molto bene, a volte persino con eccesso di zelo.
Il romanzo, il primo dei quattro di una saga, è scritto molto bene, scorrevole e la trama fa venire voglia di proseguire nella lettura senza sosta.
Un altro dettaglio che ho apprezzato è la città in cui gli eventi sono ambientati: Parma. Finalmente una città italiana e nemmeno la più grande e celebre. Questa scelta va indubbiamente a vantaggio dell’intera trama, arricchita spesso da riferimenti storico-geografici mai scontati.
Devo ammettere, però, che a volte l’autrice si sofferma troppo sulla spiegazione dettagliata dei sentimenti dei suoi personaggi, quasi li volesse giustificare agli occhi del lettore.
Ritengo che questo non sia sempre necessario, anzi, un po’ di reticenza a volte lascia spazio al lettore per riflettere per conto suo sulle scelte dei protagonisti.
E’ raro trovare oggi romanzi urban fantasy di scrittori italiani emergenti scritti bene e interessanti, per questo sono felice di poter dire che “Argetlam” rappresenta un’ottima prova per Alessia Mainardi e spero di avere presto occasione di leggere il seguito.

Titolo: Argetlam, la Spada di Luce
Autore: Alessia Mainardi
Editore: Nine Art Edizioni
Anno: 2014

I draghi dei Visconti – Francesca Romana D’Amato

15 domenica Set 2013

Posted by pavonediurno in Recensioni fantastico

≈ 2 commenti

Tag

draghi, fate, francesca romana d'amato, magia, milano, verbano, visconti

I draghi dei Visconti“Il cucciolo impiegò molto tempo per rompere tutto il perimetro del guscio e sollevare la calotta abbastanza da potersi distendere. Calcedonio resistette all’impulso di aiutare la creaturina, perché quella era una battaglia che doveva vincere da sola. Una battaglia vinta da innumerevoli generazioni di draghi prima di lei, che si guadagnarono il proprio posto nel mondo attingendo solo alle proprie forze.”
(pag. 78)

Nel 1322 Ferdinando Visconti, inetto e avido signore di Milano, sedotto dalle lusinghe del fratellastro Azzone, decide di rubare tutte le uova dei draghi per crearsi un esercito clandestino di feroci bestie volanti con cui sottomettere la popolazione e passare alla storia come il salvatore degli innocenti.
I draghi adulti, ovviamente, non condividono i piani di Ferdinando Visconti e fanno quanto è in loro potere per proteggere il futuro della loro specie.
Si badi bene che non siamo davanti ad un romanzo che privilegia l’impari battaglia tra umani e draghi, sebbene non manchino scene anche di questo tipo, bensì davanti ad una storia che insegna la tolleranza, la saggezza delle decisioni ben ponderate e , soprattutto, il rispetto verso il prossimo e verso la natura.
Inoltre, dettaglio a cui personalmente sono piuttosto sensibile, nella battaglia tra draghi e umani viene coinvolto anche il Popolo Gentile, diviso tra l’amore per il mondo umano e la necessità di partire verso Arcadia i cui cancelli stanno crollando e la fuga pare essere inevitabile per la maggior parte di loro.
La scrittura del romanzo è scorrevole, arguta e piacevole da leggere, qualità purtroppo rare da riscontrare nei romanzieri esordienti italiani.
Ho apprezzato moltissimo il modo in cui l’autrice ha tratteggiato la Milano medievale, quasi come un acquerello, soprattutto il quartiere di Sant’Eustorgio, la cui statua è posta accanto ad una chiesa dalla storia misteriosa legata ai Magi, personaggi di una cultura tanto lontana quanto affascinante.
Però, i veri protagonisti del libro sono, ovviamente, i draghi.
Mi è piaciuto molto il modo in cui l’autrice ha creato l’anatomia dei draghi e non solo: ha pensato anche al modo in cui è organizzata la loro società, al modo in cui avviene l’educazione dei piccoli e anche alla loro dieta… Lo sapevate che i draghi prediligono la carne di selvaggina cotta a puntino?
Cuociono la carne, infatti, preparando dei grandi falò con una metodicità quasi rituale e la consumano mangiando composti.
Ammetto di avere sorriso più di una volta leggendo le parti relative all’educazione della draghetta, soprattutto quando cerca di fare amicizia con un altro cucciolo di drago e i consigli di saggezza che riceve dal grande drago anziano.
Mi sento di consigliare vivamente questo libro a tutti gli amanti del fantasy e dei draghi.

Anno: 2010
Casa Editrice: Compagnia della Rocca Edizioni

Il segreto del bosco vecchio – Dino Buzzati

04 martedì Set 2012

Posted by Sith in Recensioni fantastico

≈ 2 commenti

Tag

ambiente, ecologia, fantastico, fate, natura

Nel 1935, Buzzati scrive una bellissima storia di genere fantastico, un’opera meno nota di quanto dovrebbe, ma di grande importanza e qualità. Il protagonista della vicenda è il colonnello Sebastiano Procolo, che riceve in eredità dallo zio parte delle tenute della Valle di Fondo, il cosiddetto “Bosco Vecchio”. Il resto è stato lasciato al nipote dodicenne di Sebastiano, Benvenuto, che vive in un collegio non lontano da Fondo. L’avidità del colonnello lo spingerà ben presto a desiderare per sé l’intero bosco, in modo da arricchirsi ulteriormente facendo abbattere gli alberi e sfruttandone fino in fondo le risorse. A questo fine si allea con il Vento Matteo, forza della natura personificata, per uccidere Benvenuto e impadronirsi dell’intera eredità dello zio defunto.
Ma gli alberi e il giovane nipote di Sebastiano hanno dei protettori, i geni che da secoli difendono gli alberi del bosco. Tramite il loro intervento, il Vento Matteo è infine sconfitto e la vicenda si conclude felicemente e il colonnello si redime dalla sua malvagità giungendo a comprendere la segreta sacralità del bosco e delle creature che lo abitano.
La personalità dei personaggi non è particolarmente delineata. Ma questo è chiaramente voluto dal momento che i protagonisti e i comprimari rappresentano perlopiù delle tipologie generali. Sebastiano Proclo è un uomo avido e pieno di risentimento, che non riesce a vedere la bellezza che lo circonda e pensa al bosco solo come ad un metodo facile per arricchirsi. Benvenuto invece rappresenta la semplicità e la purezza dell’infanzia, vive in un mondo incantato che si rivela fin troppo reale e percepisce appieno tutta la bellezza e la magia del Bosco Vecchio.
Il Vento Matteo è la personificazione di un elemento naturale, un essere fatato. Viene rappresentato come privo di qualunque sentimento di pietà. Infatti non protesta in alcun modo davanti all’intenzione di Sebastiano di eliminare definitivamente il giovane Benvenuto e partecipa attivamente al piano. Le altre presenze fatate della storia sono i geni protettori degli alberi, la cui stessa esistenza è legata alla sopravvivenza del Bosco Vecchio. Ancora una volta la natura si personifica e addirittura interviene per difendersi dall’avidità umana.
Una storia magica, un libro che riesce a trasportare il lettore nell’universo incantato dipinto a tinte vivaci dalla prosa scorrevole di Buzzati. Il mio giudizio sull’opera è che si tratti di una delle migliori di questo capace autore, in grado di evocare la meraviglia davanti alle bellezze naturali. La tematica centrale in difesa di una natura fin troppo soggetta al capriccio dei bisogni dell’uomo, annovera questo libro tra i precursori di un tema sempre più sentito nel mondo moderno. Da questo punto di vista, appare molto forte il parallelo con J.R.R. Tolkien, anch’egli difensore delle foreste e dei paesaggi naturali minacciati dallo sviluppo dell’industrializzazione e dall’invasione di un’umanità sempre più avida di spazio e risorse.
Riscoprire Buzzati oggi significa tornare alle origini del genere fantastico in Italia, per rendersi conto che anche noi possediamo una ricca tradizione in questo senso, con esponenti di tutto rispetto.

Titolo e autore: Il segreto del bosco vecchio, Dino Buzzati
Editore e anno: Mondadori, 2008
ISBN: 8804480416

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